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Sito informativo del dr. M. Forzanini

Specialista in Angiologia e  Chirurgia Vascolare

www.forzanini.it 

 

SCHIUMA SCLEROSANTE:

LA SCLEROSI ECO GUIDATA (ECOSCLEROSI) CON SCHIUMA (SCLERO MOUSSE)

 

A cura del Dr. Mario Forzanini

Specialista in Chirurgia Vascolare

 

quartiere Primo Maggio 183

25126 Brescia -  tel  030 – 3757707

 

Nella terapia delle varici degli arti inferiori, oltre alla consolidata chirurgia (specialmente nelle varianti miniinvasive) e al laser endovascolare, la scleroterapia eco guidata con schiuma rappresenta una valida alternativa. La scleroterapia (iniezione di farmaci ad azione sclerosante) è conosciuta e praticata da tempo con farmaci tradizionali. Questi stessi farmaci, preparati in forma schiumosa secondo l’innovativo metodo messo a punto dal geniale collega e amico Lorenzo Tessari, possono essere usati con efficacia maggiore e più sicura. L’agente sclerosante, iniettato in forma schiumosa, ha il grande vantaggio di essere visualizzato ecograficamente, in modo da poter controllare la sua diffusione. Inoltre la schiuma permette un maggior tempo di contatto tra il farmaco e la parete venosa. La schiuma infatti ‘sposta’ il sangue contenuto nella vena da trattare, riducendo i fastidiosi coaguli conseguenti alla scleroterapia tradizionale. Si evidenzia inoltre un vasospasmo della parete venosa, molto utile nella riduzione dei volumi efficaci e quindi degli effetti collaterali.

La schiuma sclerosante risulta in sostanza più efficace della scleroterapia tradizionale liquida.

 

Le principali indicazioni alla scleroterapia con schiuma ( SCLEROMOUSSE) sono le seguenti:

 

*  varici recidive, dopo safenectomia o parvectomia, con reflussi inguinali , specialmente nei casi di ‘cavernomi’, in cui la chirurgia risulta spesso rischiosa per rischio emorragico

*  varici safeniche, con qualche limitazione relativa al diametro e alla sede precisa dell’incontinenza. Risulta molto efficace quando la grande safena non supera 1.2 cm di diametro, anche se molti Autori utilizzano la schiuma anche per diametri superiori. Inoltre è condizione fondamentale che, nella safena incontinente, almeno la valvola terminale risulti ancora continente. Ottima indicazione anche per le piccole safene (safene esterne).Un buon ecodoppler è in grado di dirimere tutti i dubbi in proposito

*  varici con controindicazione alla terapia chirurgica o per rifiuto della stessa da parte dei pazienti

*  varici reticolari e teleangectasie, con validità a superiorità però non ancora dimostrata rispetto alla scleroterapia tradizionale con liquidi

 

La tecnica avviene con una o più iniezioni sotto guida ecografica. Non necessita di alcuna forma di anestesia o ricovero.  E’ ripetibile e poco costosa.

Subito dopo l’iniezione al paziente viene chiesto di indossare una calza elastica, normalmente di seconda classe di compressione, che va mantenuta per qualche giorno (in genere non oltre i sette giorni) e viene invitato a riprendere immediatamente la deambulazione e le normali attività quotidiane e lavorative. Nel corso delle settimane successive la vena trattata va incontro dapprima a chiusura con processo infiammatorio limitato e poi alla trasformazione in un condotto rigido e chiuso (sclerosi), che nel tempo viene ‘riassorbito’ dall’organismo.

A distanza di un mese il paziente va ricontrollato con un ecodoppler e, se necessario, la ecosclerosi va completata o ripetuta. Nella maggior parte dei casi però una sola seduta è sufficiente.

 

Le controindicazioni sono simili a quelle della scleroterapia tradizionale (accertata allergia ai farmaci utilizzati, severa insufficienza epatica o renale, immobilità del paziente…) e con la scleroterapia tradizionale ne condivide rischi ed effetti collaterali (possibilità, rare, di trombosi o tromboembolie, flebiti, iniezioni accidentali in sedi diverse, allergie, pigmentazioni, infezioni, disturbi visivi transitori). Tali complicazioni sono presenti anche in chirurgia flebologica. Un discorso a parte meritano le iperpigmentazioni, che sebbene suscettibili di miglioramento nel tempo quando occorse, rappresentano forse una controindicazione ‘estetica’ all’uso della schiuma rispetto alla chirurgia miniinvasiva, cosa di cui la paziente va avvertita. Altra controindicazione importante all’uso della schiuma è rappresentata da difetti cardiaci (PFO, shunt destro-sinistro), che potrebbero far deviare parte del farmaco verso altre sedi non volute.

Fondamentale a questo proposito fornire una adeguata informazione ai pazienti, ottenendone un consenso.

 

La ecosclerosi presenta indicazioni simili al laser endovascolare, ma con costi nettamente ridotti e senza la necessità di alcuna pratica anestesiologica.

 

I risultati a distanza non sono sovrapponibili alla chirurgia o al laser endovascolare, che rappresentano ancora il punto di riferimento fondamentale. Però l’ecosclerosi è una tecnica talmente ben tollerata a cui spesso i pazienti accettano di sottoporsi nuovamente a distanza di tempo se necessario.

 

Inoltre va detto che si possono utilizzare tecniche miste, in due o più tempi; per esempio nelle incontinenze safeniche con reflussi importanti lungo i rami di coscia o gamba, si può inizialmente procedere alla flebectomia (asportazione chirurgica dei rami in anestesia locale), e successivamente, quando anche la safena, per effetto del riduzione del  reflusso distale, si è ridotta di diametro, procedere alla sua ecosclerosi.

 

Di fatto la terapia delle varici degli arti inferiori, per la sua cronicità, impone spesso vari atti terapeutici nel tempo e la scleroterapia ha sempre rappresentato, anche in passato, un valido completamento alla chirurgia. Inoltre un buon angiologo deve avere a disposizione tutte le armi terapeutiche, in modo da scegliere il percorso migliore per il paziente specifico.

 

                  

 

esempi di immagini ecocolordoppler dopo ecosclerosi con schiuma:

a sx sclerosi di un moncone safenico residuo

a dx sclerosi di reflussi inguinali recidivi

 

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         DARFO B.T. (BS):  POLIAMBULATORIO S. FAUSTINO -  TEL. : 0364-535820

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