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Sito informativo del dr. M. Forzanini
Specialista in
Angiologia e Chirurgia
Vascolare
A cura del dr. M. Forzanini, Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
quartiere Primo Maggio 183 - 25126 Brescia - tel 030 – 3757707
In collaborazione con il dr. F. Ginoprelli,
Specialista in Dermatologia
Via S. Maiorana 43 – Milazzo (Me) – tel
090 - 9222880
Contrariamente
a quanto si crede, la cellulite non è solo un disturbo estetico, ma
rappresenta una vera e propria patologia del microcircolo, ovvero di quella
parte di piccoli vasi che uniscono le arterie alle vene e si trovano nel
sottocute. Ciò comporta anche una alterazione della struttura fibro-connettivale di sostegno .
La definizione corretta,
secondo G.B.Curri è P.E.F.S.: pannicolopatia –edemato- fibro-sclerotica. L’acronimo sottolinea il carattere di
malattia (pannicolopatia) a carico del tessuto fibro-adiposo sottocutaneo, che va da semplici stati di
ritenzione idrica (edema) a fasi gradualmente ingravescenti fino alla fibrosi e
infine sclerosi dei tessuti. La graduale compromissione del microcircolo,
iniziata come semplice ritenzione idrica, finisce per coinvolgere tutta la
struttura del sottocute, determinando spesso alterazioni macroscopiche.
La causa risiede in molti fattori, noti da tempo:
alimentazione, abitudini di vita, familiarità, alterazioni ormonali…
L’eziologia è pertanto multifattoriale e ciò rende difficile agire su ciascun
elemento modificandolo. Anche se abbiamo a disposizione numerose terapie,
nessuna di queste, da sola o in associazione, è in grado di eradicare
completamente il problema, ma solo di
migliorarlo e attenuarne i segni e i sintomi,a volte anche per un paio
di anni.
Il grado della cellulite va da uno stadio di edema, semplice
ritenzione di acqua, fino a processi sempre più severi e più difficilmente
reversibili (aspetto a buccia d’arancia) e
lesioni permanenti (sclerosi), che clinicamente sono evidenti come
nodosità dolenti e dure del sottocute (aspetto a materasso). Spesso queste
alterazioni comportano disturbi diffusi degli arti inferiori, come pesantezza,
senso di tensione, edema, dolore e crampi.
Le donne sono più colpite
degli uomini per ovvi fattori ormonali.
La diagnosi è clinica, ma spesso è necessario
eseguire esami particolari (capillaroscopia,
termografia) per valutarne il grado e la possibilità terapeutica.
Fatta
la diagnosi, che fare?
Occorre anzitutto dire che
non esiste oggi, prevenzione a parte, un metodo risolutivo ed definitivo, ma
tanti metodi, idonei, per certi stadi e per certe forme di cellulite, a ridurre
i fastidi estetici e la sintomatologia (pesantezza alle gambe, soprattutto perimestruale, dolore, gonfiore,crampi,
bruciore,prurito,nodosità…).
L’elettrolipolisi
consiste nell’uso di corrente
elettrica applicata attraverso aghi nel sottocute che hanno lo scopo di ridurre
il tessuto cellulitico. Sfrutta gli effetti litici della corrente, applicata
localmente con onde e tensioni adeguate.
L’idrolipoclasia consiste nell’uso di ultrasuoni ( soprattutto nella
variante cavitazionale
)per ridurre i noduli della cellulite che determinano l’aspetto a buccia
d’arancia e a materasso. Sfrutta gli effetti litici degli ultrasuoni che
‘scaldano’ il tessuto, determinandone un rimodellamento. La cavitazione è
infatti un processo a cui va incontro il tessuto adiposo se sottoposto ad
ultrasuoni di adeguata frequenza.
La mesoterapia sfrutta l’effetto di alcuni farmaci, omeopatici o
tradizionali, che iniettati nel sottocute, svolgono azione terapeutica sul
microcircolo, attivandolo e favorendone gli scambi metabolici, senza però gli
effetti collaterali della somministrazione dei farmaci per via generale.
Possono essere usati farmaci tradizionali o omeopatici, anche in fasi
differenti. Generalmente va associata, per un miglior risultato, agli
ultrasuoni.
La pressoterapia e il
linfodrenaggio rappresentano ottimi
metodi antiedemigeni, se in mani esperte. Andrebbero sempre eseguiti in stretta
concomitanza con uno degli altri trattamenti, in quanto ne aumentano
considerevolmente gli effetti.
L’ozonoterapia sfrutta le proprietà di un gas, l’ozono, che ha la
capacità di migliorare l’ossigenazione del microcircolo, apportando materie
nutritive e disperdendo i cataboliti delle cellule. In tal modo si migliora la
microcircolazione e i disturbi legati alla sua alterazione. (E’ attualmente
però legalmente non ammessa per la terapia della cellulite).
La carbossiterapia sfrutta l’effetto vasodilatatore dell’anidride
carbonica per migliorare la microcircolazione.
Il
plantare permette di correggere
le alterazioni della postura e della dinamica deambulatoria e rimodella nel
tempo le masse muscolari delle gambe, favorendo un buon deflusso venoso e
linfatico, alterato nella cellulite.
La radiofrequenza sfrutta il potere litico e rimodellante di alcune correnti applicate
per via transdermica. Si genera un calore in grado di agire in profondità (fino
a
La fosfatidilcolina e l’acido desossicolico
(intralipoterapia), correttamente iniettati nel tessuto adiposo, hanno una
azione ‘litica’ sulle cellule adipose, riducendo in maniera a volte molto
drastica le adiposità localizzate (che ne rappresentano la principale
indicazione terapeutica). E’ la metodica
che più si avvicina per risultati alle terapie chirurgiche.
La liposuzione e la
liposcultura (terapie chirurgiche)
hanno infine un effetto riducente sui
cuscinetti e masse adipose in eccesso che non rispondono a terapie mediche. Va
eseguito da professionisti esperti e qualificati, in strutture adeguate.
Si
tratta di metodiche generalmente indolori, povere di rischi ed effetti
collaterali.
Esistono infine altre
metodiche, tutte valide, la cui efficacia è definita dalla scelta: ad ogni
stadio e tipo di cellulite, esiste un corrispettivo terapeutico.
L’importante è poter trovare
la metodica giusta per la patologia e lo stadio correttamente diagnosticati.
Ovviamente una buona terapia
non prescinde dalla dieta, dalle abitudini di vita (abolizione del fumo e della
vita sedentaria ecc. ), dalle terapia farmacologiche
in atto (pillola) e da altri fattori neuro-ormonali da prendere in
considerazione caso per caso.
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