SEZIONE DERMATOLOGICA

 

A cura del dr. Fabio Ginoprelli

 

Specialista in Dermatologia

 

Via S. Maiorana 43

98057 MILAZZO (Me)

tel. 090 9222880

 

 

Radiofrequenza: una nuova metodica per una tecnologia recente

 

Restare giovani il più a lungo possibile rappresenta il desiderio crescente di una società che, dal punto di vista anagrafico, invecchia sempre di più. I trattamenti per l’invecchiamento cutaneo sono innumerevoli. Ognuno fornisce risultati diversi e agisce su differenti componenti. La scelta di uno o dell’altro è dettata dall’età in cui ci si sottopone al trattamento e dal tipo di inestetismo che si vuole correggere: si può ricorrere così al lifting chirurgico, ai laser, alla luce pulsata, ai peeling, ai fillers o combinare cicli terapeutici temporanei di due o più metodiche. 

La radiofrequenza (RF) in dermatologia e medicina estetica rappresenta una tecnologia efficace e non invasiva, che consente di effettuare trattamenti di ringiovanimento cutaneo modificando la lassità dei tessuti attraverso l’applicazione di energia elettromagnetica ad alta frequenza che stimola l’azione rigenerante del collagene. I risultati ottenuti sono molto simili a quelli del lifting chirurgico tradizionale, con il vantaggio di evitare al paziente gli eventuali rischi connessi all’intervento. Inoltre, scevra da effetti collaterali come la iperpigmentazione, può essere applicata in qualsiasi periodo dell’anno. Il sistema, approvato circa dieci anni fa dalla FDA per il solo trattamento delle rughe sottili dell’area perioculare, è oggi esteso a tutto il corpo, compresi braccia, seno, addome, pancia e glutei per trattare anche la cellulite, le adiposità cutanee e ultimamente viene utilizzato per la cura di forme di acne severa.

La radiofrequenza sfrutta il principio della legge di Ohm: un tessuto attraversato  da una certa quantità di corrente elettrica in un dato intervallo di tempo pone una resistenza all’attraversamento, “impedenza”, producendo energia termica e quindi surriscaldamento del tessuto stesso.

L’applicazione sulla cute produce una denaturazione delle fibre connettivali di sostegno sottocutaneo e quindi la sintesi di nuovo collagene da parte dei fibroblasti con conseguente effetto di rimodellamento dell’area trattata.

L’impedenza dipende dalle caratteristiche di conduttività del tessuto trattato, quali lo spessore del derma, la quantità di adipe, lo spessore e la geometria dei setti connettivali e degli annessi. Tessuti con maggiore impedenza, come quello adiposo, producono maggiore calore e di conseguenza maggiore effetto termico. Il calore prodotto sul derma superficiale e profondo  e sul tessuto adiposo viene costantemente monitorato e regolato in funzione degli obiettivi del trattamento, delle aree trattate, delle caratteristiche specifiche del derma. È possibile infatti intervenire sulla potenza di emissione e sul tempo di applicazione e verificare costantemente la temperatura raggiunta nell’area trattata. Il calore prodotto si sviluppa tra i 3 e i 9 mm di profondità  e determina un riscaldamento omogeneo circoscritto all’area trattata che può raggiungere anche i 55-65 gradi. Sono stati messi a punto diversi sistemi di raffreddamento cutaneo che consentono di evitare la successiva diffusione del calore verso la superficie e quindi il rischio di lesioni della cute. Uno dei sistemi più efficaci è risultato quello ottenuto mediante diffusione di gas criogeno. Il meccanismo di raffreddamento in questo caso è principalmente conduttivo, vista la bassa diffusività termica della pelle. L’attenzione è stata rivolta anche ad altre variabili, quali l’umidità dell’ambiente, che riduce l’evaporazione del gas e la conseguente estrazione del calore, e la riduzione della temperatura cutanea successiva all’irraggiamento (quenching).

Il metodo di rilascio dell’energia e l’applicazione di un gel (sinora acquoso) sull’epidermide consentono di ridurre al  minimo (lieve bruciore e cociore) gli effetti collaterali e i disagi per il paziente. 

Nel periodo immediatamente successivo al trattamento può comparire nell’area trattata un lieve eritema (nel 15% dei soggetti), che scompare nelle 2-3 ore successive, ma che consente di riprendere da subito la vita normale, tanto che negli Stati Uniti il trattamento viene definito “lunch therapy”, lifting dell’intervallo di pranzo.

Ultimamente siamo riusciti a rendere più completa la tecnica RF per il trattamento anti-aging e degli inestetismi del viso inserendo un siero a base di acido ialuronico e retinolo microincapsulato in ciclodestrine (Fase2), più un pool di vitamine antiossidanti. Questo abbinamento, oltre a proteggere l’epidermide dagli eventuali effetti collaterali del trattamento (dovuti al surriscaldamento) e a donarle nell’immediato luminosità e compattezza, consente ancor più di prolungare nel tempo i benefici ottenuti dalla RF mediante il rilascio controllato nel derma del retinolo. L’acido ialuronico (HA), grazie alla capacità di trattenere acqua e interagire con vari componenti macromolecolari della matrice cellulare e grazie alla sua visco-elasticità , contribuisce a regolare l’idratazione, l’equilibrio osmotico, la struttura e la consistenza della cellula, proteggendola contro i radicali liberi dell’ossigeno, che si generano in risposta a stress ossidativi nel corso dei fenomeni infiammatori. L’HA, impiegato come veicolo di altre molecole (drug delivery), aumenta la permanenza in loco delle molecole stesse.

Il calore generato dalla radiofrequenza induce la produzione di Heat Shock Proteins (HSP 60 e HSP 70) e successivamente la stimolazione delle linfocellule T con rilascio di citochine fibrostimolanti (interleuchina IL 1 beta, IL 6, IL 8, Monocyte Colony Promoting MCP 1) che, richiamando i monociti, li stimolano alla produzione di fibroblasti attraverso il Fibroblast Growth Factor FGF1 e quindi di collagene di tipo 1, che ha un andamento progressivo nelle settimane successive come risposta a un processo riparativo a una noxa termica. Inoltre la radiofrequenza a 6 MHz modifica le proteine di membrana (gap junctional intercellular communication) che regolano i flussi intra ed extracellulari di ioni, acqua, aminoacidi grassi, acidi grassi, piccoli peptidi e farmaci. 

In questo modo il calore endogeno prodotto dall’apparecchio permette l’introduzione a livello dermico del retinolo microincapsulato, il quale trasformandosi nel derma in acido retinoico, svolge la sua azione morfo-funzionante, partecipando al processo di differenziazione cellulare e consentendo un più rapido e duraturo effetto della metodica anti-aging.

Tale innovazione, introdotta in Sicilia, ha integrato e potenziato la funzione anti-aging della radiofrequenza, consentendo al paziente, con cicli limitati di sedute e una spesa più contenuta rispetto al passato, di estendere nel tempo gli effetti benefici del trattamento.

 

FABIO GINOPRELLI

SPECIALISTA IN DERMATOLOGIA